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Il 7 aprile 2024 il Ruanda commemora il 30° anniversario del traumatico genocidio che segnò per sempre la storia di questo piccolo "Paese dalle mille colline". Tra il 7 aprile e il 17 luglio 1994, in cento giorni, furono massacrati un milione di persone di etnica Tutsi, e una minoranza di Hutu moderati. Nel "Nuovo" Ruanda del Presidente Kagame, i riferimenti alle identità originarie sono stati banditi dalla sfera pubblica. Il Paese sta proseguendo sulla strada dell'unità nazionale e della riconciliazione.

Ruanda: il tempo del perdono

Il "Nuovo" Ruanda del Presidente Kagame prosegue sulla strada dell'unità nazionale e della riconciliazione.

ARTE Reportage

Dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, e l'immediata e virulenta risposta di Israele, l'annoso conflitto in Medio Oriente ha conosciuto l'ennesima escalation. Ciononostante, da più parti si invoca a gran voce una riconciliazione.

Nemici per sempre? Contro l'odio in MO

Nonostante l'escalation, da più parti si invoca a gran voce una riconciliazione in Medio Oriente.

Tracks East

In Israele, niente è come prima dopo quel drammatico 7 ottobre 2023. In questo episodio di 'Tracks East', facciamo il punto della situazione nello Stato ebraico e sullo stato d'animo dei suoi cittadini, a settimane dall'attacco terroristico di Hamas.

Israele: vivere dopo il Terrore

'Tracks East' fa il punto della situazione in Israele, a diverse settimane dall'attacco terroristico di Hamas.

I fatti del 7 ottobre 2023 e la recrudescenza della guerra in Medio Oriente hanno scosso il mondo intero, aprendo crepe anche all'interno delle stesse società occidentali. Cosa può (tentare) di fare la cultura per contrastare odio e intolleranza? Tra Tel Aviv, Parigi e Berlino "Twist" ha incontrato artisti palestinesi e di fede ebraica: la fotografa Iris Hassid, la fumettista Joann Sfar, il rapper Ben Salomo e la scrittrice Joana Osman.

Non avrete il mio odio

Cosa può (tentare) di fare la cultura per contrastare odio e intolleranza?

Twist

Dopo gli attentati di Hamas in Israele del 7 ottobre 2023, il ristorante Ha'achim di Tel Aviv si è trasformato in una cucina comunitaria, sebbene i volontari che vi preparano i pacchi di cibo debbano ancora riprendersi dallo shock degli eventi bellici. Sul fronte ucraino, lo chef Ievgen Klopotenko difende da anni la gastronomia del suo Paese, vettore di cultura e identità.

Quando la politica entra in cucina

Quando la gastronomia di un Paese, perdipiù in periodo di guerra, rappresenta un vettore di cultura e identità.

Con il suo proprio brand, Viany de Marceau si oppone al sistema della "kafala", una moderna forma di schiavitù in Libano. Come molte altre collaboratrici domestiche di origine africana e asiatica, immigrate nel Paese dei cedri, è caduta nella trappola di datori di lavoro illegali, che le hanno confiscato il passaporto. Oggi, attraverso la moda, si batte per restituire un'identità a quelle donne costrette a indossare abiti domestici 7 giorni su 7.

Libano: la moda contro la schiavitù moderna

Viany, collaboratrice domestica, denuncia sistema della "kafala", una moderna forma di schiavitù in Libano.

Tracks

Sebbene il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) abbia sempre considerato fondamentalmente apolitici i valori dello sport, il rapporto tra sport e politica è cambiato radicalmente negli ultimi anni. La reintegrazione degli atleti russi e bielorussi - sotto una bandiera neutrale - in vista delle Olimpiadi di Parigi 2024 è stata accolta con disappunto, soprattutto in Ucraina. Poco prima dell'inizio dell'offensiva russa contro il suo Paese, l'atleta ucraino Vladyslav Heraskevych espose il cartello "No War In Ukraine" davanti alle telecamere durante la gara di skeleton ai Giochi invernali di Pechino. Dal canto suo, la tennista russa Daria Kasatkina sa bene di essere una privilegiata: ex top10 mondiale, può partecipare ai principali tornei in giro per il mondo, sebbene al giorno d'oggi viaggiare con un passaporto russo sia tutt'altro che semplice.

In Asia centrale, a Kök-Tash (Kirghizistan) viene organizzato ogni anno, in luglio, un torneo di calcio. Agli uomini non è permesso partecipare né assistere. È un modo per le donne di fare sport senza essere osservate o giudicate.

In Medio Oriente, non sono molte le ragazze a praticare lo skateboard. Ma'ayan e Paola sono le fondatrici di "Jerusalem Skater Girls". La loro filosofia è semplice: se sei una ragazza e vuoi misurarti con questa disciplina, sei benvenuta. Ma dai fatti del 7 ottobre in Israele, molte cose sono cambiate...

Quando la Guerra condiziona lo sport

Il rapporto tra sport e politica è cambiato radicalmente negli ultimi anni.

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