L'esiliato

Ein Exilant auf Glückssuche

"Wygnany" (2017)

The Exiled

El exiliado

L'exilé

Per l’attore, sceneggiatore e regista brasiliano Marcelo Novais Teles “l’esilio” comincia nel 1981, all’età di 20 anni. Arrivato a Parigi per studiare francese, deciderà di restare dopo aver incontrato i suoi amici cinefili: attori e registi come Olivier Broche et Mathieu Amalric, o ancora la sua compagna dell’epoca, l’attrice Jeanne Balibar. Venticinque anni di vita d’artista, talvolta euforica, talvolta malinconica, sono raccontati qui grazie al suo archivio di riprese in Super 8. Un home movie alla ricerca dell’“io”, sospeso tra l’eterno celibato, la ricerca dell’anima gemella, il desiderio di paternità e la nostalgia di casa.

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<p>Per l’attore, sceneggiatore e regista brasiliano Marcelo Novais Teles “l’esilio” comincia nel 1981, all’età di 20 anni. Arrivato a Parigi per studiare francese, deciderà di restare dopo aver incontrato i suoi amici cinefili: attori e registi come Olivier Broche et Mathieu Amalric, o ancora la sua compagna dell’epoca, l’attrice Jeanne Balibar. Venticinque anni di vita d’artista, talvolta euforica, talvolta malinconica, sono raccontati qui grazie al suo archivio di riprese in Super 8. Un home movie alla ricerca dell’“io”, sospeso tra l’eterno celibato, la ricerca dell’anima gemella, il desiderio di paternità e la nostalgia di casa.</p>

La vita di Marcelo Novais Tele in Super 8

Un home movie alla ricerca dell’“io”, sospeso tra l’eterno celibato, la ricerca dell’anima gemella, il desiderio di paternità e la nostalgia di casa.

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Mercy, studentessa all'ultimo anno della Imo State University in Nigeria, è lontana migliaia di chilometri dal fidanzato, che vive a Dubai. Ciononostante, un matrimonio... in assenza dello sposo è programmato nel suo villaggio di Orlu. Il sogno di Mercy è quello di lasciare la Nigeria e iniziare una nuova vita e questa cerimonia con il marito "in contumacia" è il primo passo. Il grande giorno fervono i preparativi, dall'acquisto di bevande e cibo all'allestimento di tende e all'arrivo delle due famiglie. Ma quando Mercy incontra per la prima volta i suoceri, le trattative sul prezzo della sposa creano tensione...

Il prezzo della sposa

Il sogno di Mercy è quello di lasciare la Nigeria e iniziare una nuova vita. Un matrimonio "in contumacia" è il primo passo.

Generation Africa

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Concepito come spazio virtuale dove professare la libertà di espressione, Internet si è rivelato un campo minato per metà della popolazione: le donne sono infatti le prime vittime d'odio e altre forme di abusi sul web, in particolare sui social. La valanga di insulti o volgarità a sfondo sessuale a loro carico è il riflesso di una cultura misogina che punta ad annichilirne il ruolo e ridurne la voce nella sfera pubblica, relegandole a una dimensione più congeniale al sistema di valori patriarcale. Raccogliendo le testimonianze di donne di diverse nazionalità e professioni, il docu-film delle giornaliste Florence Hainaut e Myriam Leroy mostra come il dominio e la sopraffazione si esercitino anzitutto con le parole.

L'odio contro le donne sul web

Da spazio virtuale dove professare la libertà di espressione, Internet si è trasformato in un campo minato per le donne.

#Troia!

Nel 2017, il giornalista ucraino Stanislav Aseyev era di stanza nella Repubblica Popolare di Donetsk, nell'Ucraina orientale controllata dai russi, lavorando sotto mentite spoglie. Un giorno, però, la sua vera identità viene a galla: imprigionato nelle famigerate camere di tortura "Izolatsia", un tempo il più grande centro culturale della regione, gli ci vorrà del tempo, dopo il rilascio, per metabolizzare quanto vissuto. Di cui offre una testimonianza in questo documentario.

Il giornalista ucraino Stanislav Aseyev racconta la sua agghiacciante esperienza nella Repubblica del Donetsk.

Ucraina: una strada per il Paradiso

Nel 2002, il Belgio introdusse una legge sul diritto dei malati all'autodeterminazione, e dunque a ricorrere all'eutanasia. Da allora, alcuni ospedali hanno aperto un consultorio dedicato al "fine vita": è il caso del centro Citadelle di Liegi, dove François Damas, specialista in cure intensive, accoglie pazienti in condizioni gravi o in grande sofferenza morale, che non intendono più continuare a vivere. Con empatia li ascolta, ponendo loro domande per valutare il loro stato di salute e la loro determinazione a farla finita, nonché il modo in cui essi hanno affrontato la questione con i loro cari. Questo toccante documentario illustra la procedura che conduce alla "dolce morte" (simile a quella di un'anestesia generale), la costruzione della consapevolezza e naturalmente l'assistenza alle famiglie che comporta questo tipo di percorso.

Nel 2002, il Belgio introdusse una legge sul diritto dei malati all'autodeterminazione, e dunque a ricorrere all'eutanasia.

Mettere la parola fine

Adama e Awa, due sorelle gemelle, cercano di ripercorrere l'esodo del padre burkinabè, che le abbandonò in Senegal quando erano bambine. Il loro viaggio le porterà in Guinea-Bissau e poi in Burkina Faso, alla ricerca delle famiglie che l'uomo ha fondato lungo il suo cammino.

Seguendo le orme di un migrante

Due sorelle gemelle cercano di ripercorrere l'esodo del padre, che le abbandonò in Senegal quando erano bambine.

Ouloulou, Baldé e Doucouré sono tre giovani migranti dall'Africa occidentale. Dicono di essere riusciti ad affrontare la traversata del Mediterraneo grazie ai loro "marabout", le guide spirituali, che gli hanno prescritto preghiere e rituali. Una volta arrivati a Valencia (Spagna), hanno rimasti in contatto con loro nella speranza di migliorare le loro condizioni di vita e ottenere documenti. Bakary, che invece è ancora in Mali, ha già fallito diversi tentativi di sbarcare in Europa ma si sta preparando per un nuovo viaggio, questa volta sotto l'occhio vigile del suo marabout...

Taamaden

Ogni giorno, in Africa e in Europa giovani africani compiono riti e ascoltano i consigli della loro guida spirituale.

Tragedie a porte chiuse, spesso precedute da violenze fisiche e psicologiche per le quali manca ancora il coraggio di denunciare. Nella Francia del 2019, 146 donne sono rimaste vittime di violenze da parte dei loro mariti, compagni o ex, per una quota pari all’84% degli omicidi commessi nel contesto familiare. Ma su questa realtà agghiacciante, i soli numeri non potranno mai offrire una descrizione esaustiva: il femminicidio è un fenomeno reso visibile, negli ultimi anni, solo dall’impegno dei collettivi femministi. Attraverso le tristi vicende di Sindy, Dorothée e Michèle, questo documentario fa luce su un dramma contemporaneo e sulle sue vittime “invisibili”, i bambini.

Femminicidi: tragedie a porte chiuse

Un documentario per far luce sul dramma contemporaneo del Femminicidio e sulle sue vittime “invisibili”, i bambini.

Nella cattiva sorte

Daniella, Edward, Kareem e Amor sono brillanti studenti di Giurisprudenza provenienti da Uganda, Sudafrica, Egitto e Kenya e sperano di vincere il trofeo dell'annuale African Human Rights Moot Court Competition. Per una settimana, a Gaborone (Botswana) ricopriranno i ruoli di pubblica accusa e difesa in diverse simulazioni di udienze relative ai diritti dei rifugiati. Seguendo la preparazione di questi aspiranti avvocati, le fasi preliminari e la finale del concorso, la documentarista Shameela Seedat ci mostra l'impegno dei giovani africani nel plasmare il futuro del continente.

Il concorso

Brillanti studenti in Giurisprudenza sperano di vincere l'annuale African Human Rights Moot Court Competition.

"Le persone raccontano storie, ma quando si tratta della propria, perdono la memoria o decidono di tacere". Nata nel 1994 in Repubblica Democratica del Congo, che ha lasciato per il Ruanda e poi per il Burundi, Akili Nadege è una sopravvissuta. Ha vissuto la prigione e la tortura, ha pianto la perdita di un padre assassinato e di un Paese distrutto, ha sperimentato l'isolamento e la solitudine più cruda attraverso l'esilio. Dopo una vita di difficoltà, come trovare la forza di raccontare la propria storia? E a chi?

Prestami la tua voce

Nata nel 1994 in Repubblica Democratica del Congo (che ha dovuto lasciare), Akili Nadege è una sopravvissuta.

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