In Ticino produrre vino è per tradizione un affare di famiglia. Papà, mamma, figli, tutti in azienda devono dare una mano: nella vigna, in cantina, nelle vendite.
In Ticino, come un po’ ovunque in Europa, produrre vino è soprattutto un affare di famiglia. Papà, mamma, figli, tutti devono darsi da fare per garantire il futuro dell’azienda, lavorando nella vigna, in cantina, o occupandosi delle vendite.La sfida è difficile in un settore sotto pressione. Dai cambiamenti climatici al coronavirus, dal calo dei consumi alla concorrenza internazionale, dal bio alle vendite online: come se la cavano le famiglie del vino? Falò ha cercato di capirlo seguendo - dalla vendemmia all’imbottigliamento - l’attività di alcune aziende svizzere ticinesi.Le ricette per avere successo sono diverse: c’è chi punta sulla vendita diretta e una clientela affezionata; chi ama sperimentare introducendo nuovi vitigni; chi ha giocato con convinzione quasi religiosa la carta della produzione biologica; chi infine punta sull’altissima qualità nella selezione delle uve e nell’assemblaggio del vino. Il denominatore comune è la passione per questo lavoro che sembra essere entrata nel dna di queste famiglie. Una passione che, nel 2020, malgrado una vendemmia di ottima qualità, dovrà fare i conti con le conseguenze della pandemia che in Svizzera ha generato una perdita nelle vendite di un milione e mezzo di bottiglie.